Liguri che chiudono un occhio se si tratta di merce contraffatta. Lo certifica una ricerca Cescot Confesercenti presentata quest’oggi nell’ambito del convegno “Abusivi dichiarati, abusivi autorizzati” organizzato dall’Ente bilaterale del Terziario della Liguria.
Il commercio sommerso muove ogni anno nel nostro Paese 21,4 miliardi – equivalenti al 13,8% del fatturato ufficiale di commercio e turismo – per un giro d’affari stimato di 641,4 milioni di euro nella sola Liguria. Ma sulla cultura della legalità rispetto alla quale, a quanto pare, c’è ancora molta strada da fare.
Secondo l’indagine svolta su un campione di 500 residenti in Liguria, infatti, il 77% dei consumatori non considera un illecito la produzione e la vendita di merce contraffatta. Per la metà del campione (il 52%) si tratta tutt’al più di una semplice “irregolarità burocratica”, mentre solo il 23% degli intervistati giudica l’abusivismo per quello che effettivamente è: un reato da condannare. Stando così le cose, non stupisce che il 66% ammetta di aver comprato almeno una volta merce non conforme: il 24% del totale lo fa perché semplicemente gli conviene, senza guardare al resto; il 22% perché pensa, in questo modo, di aiutare il venditore a sopravvivere; solo l’11% non comprerebbe mai merce contraffatta perché consapevole di essere partecipe di un reato, a cui si aggiunge un 9% che evita semplicemente per mancanza di fiducia.