Cronaca

Ventimiglia, tra partite di pallone e momenti di preghiera celebrata la giornata mondiale del rifugiato

Ventimiglia, tra partite di pallone e momenti di preghiera celebrata la giornata mondiale del rifugiato

Ventimiglia. “Sono contento di essere qui in questo bellissimo contesto di festa a celebrare la giornata mondiale del rifugiato”, il vescovo diocesano monsignor Antonio Suetta, presentato come “don Tonino”, ha partecipato insieme all’imam del centro culturale islamico Babi Mohamed e al pastore valdese Jonathan Terino, alla giornata mondiale del rifugiato celebrata presso la chiesa di Sant’Antonio delle Gianchette.

“Porto qui le parole che ieri il papa ha pronunciato dicendo a proposito di coloro che sono migranti e profughi che sono persone, anzi che siamo persone” – ha dichiarato il vescovo – “Al di là della provenienza geografica o delle situazioni di vita più fortunate alcune e più disagiate le altre in realtà quello che oggi ci vede insieme è questa gioiosa consapevolezza, che non c’è differenza tra noi e altri perché tutti siamo persone”.

E’ toccato poi al vice sindaco Silvia Sciandra il compito di leggere le parole di papa Francesco: “Dio di misericordia, ti preghiamo per tutti gli uomini, le donne e i bambini che sono morti dopo aver lasciato le loro terre in cerca di una vita migliore. Benché molte delle loro tombe non abbiano nome, da Te ognuno è conosciuto, amato e prediletto. Che mai siano da noi dimenticati, ma che possiamo onorare il loro sacrificio con le opere più che con le parole. Ti affidiamo tutti coloro che hanno compiuto questo viaggio, sopportando paura, incertezza e umiliazione al fine di raggiungere un luogo di sicurezza e di speranza. Come Tu non hai abbandonato tuo figlio quando fu condotto in un luogo sicuro da Maria e Giuseppe così ora sii vicino a questi tuoi figli e figlie attraverso la nostra tenerezza e protezione. Fa che prendendoci cura di loro possiamo promuovere un mondo dove nessuno sia costretto a lasciare la propria casa e dove tutti possano vivere in libertà, dignità e pace.
Dio di misericordia e padre di tutti, destaci dal sonno della sofferenza, apri i nostri occhi alle loro sofferenze e liberaci dall’insensibilità frutto del benessere mondano e del ripiegamento su se stessi. Ispira tutti noi, nazioni, comunità e singoli individui a riconoscere che quanti raggiungono le coste sono fratelli e sorelle. Aiutaci a condividere con loro le benedizioni che abbiamo ricevuto dalla tue mani e riconoscere che insieme, come un’unica famiglia umana, siamo tutti migranti, viaggiatori di speranza verso di te, che sei la nostra vera casa, là dove ogni lacrima sarà tersa, dove saremo nella pace, al sicuro, nel tuo abbraccio”.

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