Genova. «Giacomo ha dedicato la vita al mondo della disabilità e al riconoscimento della dignità della persona, a prescindere dalle sue caratteristiche». Con queste parole il vicepresidente del Consiglio regionale Sergio Rossetti ha aperto oggi la cerimonia in cui la Sala delle Conferenze dell’Assemblea legislativa viene intitolata a Giacomo Piombo, l’ispiratore e promotore della Consulta regionale per la tutela dei diritti della persona handicappata, scomparso il 3 luglio 2015.
Rossetti ha fatto riferimento alla propria lunga conoscenza di Piombo, anche in qualità di amministratore, e ne ha sottolineato «la grande chiarezza e determinazione, perché non perdeva mai un punto. Se il suo protocollo di trattativa era di venti punti, Giacomo non ne lasciava indietro nemmeno uno; forse aveva ragione lui e dovremmo iniziare a farci forza, perché tutti i traguardi sono da conquistare». Ricordandone anche i molteplici impegni assunti nel corso della sua vita, il vicepresidente ha aggiunto: «C’era un filo rosso che ha legato Giacomo a moltissimi mondi: un filo rosso nell’esperienza sindacale, nelle associazioni, nei servizi di tutte le istituzioni, nella scuola, nella Asl». Inevitabile, quindi, – ha detto – accogliere immediatamente da parte dell’ufficio di presidenza e poi di tutto il Consiglio la proposta di intitolare la Sala delle conferenze a Piombo. Rossetti ha proseguito invitando a non ritenere acquisite le conquiste fatte dalla Consulta e dagli organismi impegnati a favore della disabilità: «Noi non possiamo dare per scontato nessun principio, nessun valore, nessun obbiettivo, perché ogni giorno ci accorgiamo che in questo momento non c’è grande attenzione e comprensione per la tutela, la promozione della persona, dei servizi, delle garanzie e per l’inserimento lavorativo. Facciamo attenzione perché rischiamo di perdere, così, anche pezzi importanti di cultura avanzata».
Ritornando ai ricordi personali su Giacomo Piombo, il vicepresidente ne ha concluso sottolineandone la passione disinteressata e il calore in ogni caso che affrontava: «Cercava sempre la relazione, la conoscenza, l’amicizia e il suo forte atteggiamento critico era sempre costruttivo e mai usato per distruggere o strumentalizzare».