SARZANA – «La decisione di realizzare un dragaggio nel tratto terminale del fiume Magra in piena stagione estiva è veramente una follia. Se a questo associamo il neppure tanto velato ricatto occupazionale fatto da Confindustria circa il rischio che Internarine, la società che ha chiesto di realizzare il dragaggio, possa abbandonare il sito in sponda sinistra del Magra, comune di Sarzana, se ostacolata il quadro che si va a completare è inaccettabile è desolante.
Ora non ci si voglia far credere che Intermarine voglia andar via dal Magra solo perché il fiume riempie ad ogni nuova piena ciò che viene svuotato l’anno prima, ma anche per i danni che subisce ad ogni piena, per i costi dovuti all’uscita degli scafi dal cantiere per il trasporto dal cantiere, con relativa apertura del ponte, al luogo dell’allestimento e a tutti gli “intoppi” di cui sopra.
La verità è che la Ditta, e in generale tutti i Cantieri nautici operanti nel Magra, sono assolutamente incompatibili dal punto di vista ambientale a operare in un fiume di soli 72 km, a regime torrentizio, e con una portata di piena in Italia seconda solo al Po.