Vado L. Fumata nera dal vertice in Confindustria sulla vertenza della Bombardier di Vado Ligure. Non sono servite, infatti, le quasi tre ore di faccia a faccia tra azienda e sindacati per trovare una soluzione positiva: l’azienda è rimasta ferma sulle sue posizioni, annunciando per la fine dell’anno il licenziamento della metà dei lavoratori dello stabilimento di Vado Ligure, circa 300 persone (dalle 240 mila ore all’anno di produzione si passerà all’inizio del 2017 a 120 mila ore previste per il sito vadese), carichi di lavoro ritenuti assolutamente insufficienti dalle organizzazioni sindacali di categoria.
I sindacati, dopo l’annuncio che dalla Germania le produzioni attese non arriveranno, hanno così provato a fare una controproposta per evitare il completo dimezzamento del personale, basata su una serie di punti: intanto una cassa integrazione in deroga per 3 mesi, sfruttando in seguito la possibilità di misure di ammortizzatori sociali per ristrutturazione (utilizzando i progetto sui Cargo), inoltre utilizzo di pre-pensionamenti e del decreto legislativo sui lavoratori ferroviari per l’amianto, infine l’opzione di partire dal 2017 con contratti di solidarietà per due anni, tutte soluzioni che servirebbero ad attutire e ridimensionare le volontà dell’azienda di dimezzare la forza lavoro alla Bombardier di Vado Ligure.
Ma la controproposta è stata rigettata dall’azienda, che ha ritenuto non percorribile le opzioni indicate dal sindacato: così si è consumata la rottura, con lavoratori e sindacati sul piede di guerra e pronti a nuove iniziative di protesta. Per la giornata di domani è prevista una protesta con presidio davanti alla Prefettura savonese.