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Finalmente ritrovata la mitica grotta della Gordola. L’ultima citazione era del 1900

Finalmente ritrovata la mitica grotta della Gordola. L’ultima citazione era del 1900

Sanremo. Finalmente la mitica grotta della Gordola è stata “violata”. A scoprire la cavità sono stati gli speleologi dello Speleo Club Sanremo e del Gruppo Speleo Torrentistico CAI Bordighera che, negli scorsi fine settimana, hanno rilevato e in parte esplorato la cavità. “Una accurata ricerca bibliografica nei polverosi archivi speleo, una buona conoscenza del territorio e una notevole dose di fortuna ci hanno permesso di ritrovare la grotta” commenta orgogliosamente il responsabile e portavoce Alessandro Pastorelli.

La Grotta della Gordola in Valle Roya era stata segnalata per la prima volta nel 1897 dal Viglino, che visitò la grotta sino alla sommità del pozzo, accompagnato da un muratore che conosceva la grotta e la utilizzava come cava per estrarre stallatiti e stalagmiti per abbellire fontane; successivamente il Bensa la riportò sul bollettino del CAI del 1900. Dopo di che non si ebbero più notizie al riguardo: le due guerre e l’annessione della Val Roya alla Francia, nel 1947, ne fecero infatti  perdere le tracce.

L’ingresso piuttosto stretto immette in una ampia sala, alta circa 1 metro, con il soffitto perfettamente piatto, sul pavimento si notano tracce di scorrimento idrico, sul fondo della saletta iniziale uno stretto e sinuoso meandro (galleria alta e stretta) portano su un ampio pozzo verticale, tutto questo tratto e fortemente concrezionato e davvero molto bello. – descrive Pastorelli. – Il pozzo, di una dozzina di metri, è molto grande e la sua genesi è in corso di studio. Alla base del tratto verticale riprende la galleria a meandro lunga una ventina di metri ed al momento la grotta termina in una strettoia concrezionata. La grotta è sviluppata in rocce diverse tra loro: il primo tratto è nelle carniole mentre il meandro ed il grandioso pozzo negli scisti a contatto con dei calcescisti, la rocce poco consistente a reso molto difficile l’attrezzamento della calata che è stata fatto in modo naturale usando le concrezioni calcitiche e senza piantare chiodi”.

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