Imperia. “La vela non muore, viva la vela”. Si potrebbe riassumere così il Pelaschier pensiero, il grande timoniere di Monfalcone che ci ha fatto vivere notti da perdere il sonno ai tempi di “Azzurra”. C’è anche lui alle Vele d’Epoca, il raduno che si è aperto ieri con l’inaugurazione a Calata Anselmi.
“Ma le regole vanno cambiate – racconta a Riviera24 il lupo di mare alto, biondo, con la barba – i genitori devono saper spalmare bene le risorse economiche. La vela è uno sport costoso. Si spende molto negli Optimist per acquistare barche veloci e rande che hanno prezzi alti, ma ce ne vogliono altri quando si passa alle categorie superiori. Pochi alla fine che proseguono la carriera agonistica per arrivare alle Olimpiadi”
Simpatico, a volte caustico, certamente affascinante. Mauro Pelaschier è da sempre uno dei simboli, forse il “simbolo” della maturazione della vela agonistica italiana dopo il boom seguito alla felice avventura di Azzurra alla Coppa America del 1983. Non poteva che essere lui, un vecchio saggio, a fare il punto sulla situazione della vela italiana e su come Azzurra l’abbia cambiata. “Ci sono barche veloci, ma gli uomini e la testa di chi va per mare può cambiare. Ho conosciuto ragazzi che hanno fatto l’università della nautica, dei veri e propri manager. E su quelli che dobbiamo puntare e in questo momento misurarci. Sono una risorsa importante per questo sport che continua e non morirà mai”.