Vado Ligure. Giovedì 22 settembre: è questa la “data fatidica” per i lavoratori della Tirreno Power di Vado Ligure. In quella data, infatti, al ministero per lo sviluppo economico a Roma si terrà un nuovo vertice tra i rappresentanti del governo, i delegati sindacati e l’azienda. Sul tavolo il tanto atteso nuovo piano industriale dell’azienda e, soprattutto, la recente decisione di Tirreno Power di mettere in mobilità 186 lavoratori del gruppo e in particolare 110 dipendenti dello stabilimento vadese.
Nella stessa data, i lavoratori manifesteranno in sciopero tutto il disagio, la rabbia e la preoccupazione per la situazione di incertezza che vivono ormai da mesi (ma specialmente da due giorni a questa parte). Già ieri mattina i lavoratori avevano deciso di manifestare davanti ai cancelli della centrale di Vado Ligure a seguito della decisione dell’azienda di procedere con la messa in mobilità: “Non si doveva fare nulla fino a che il tavolo al Mise non fosse riaggiornato, invece l’azienda ha deciso di avviare la mobilità e quindi riteniamo indispensabile che il Governo intervenga. Chiediamo un ammortizzatore sociale che possa permettere ai lavoratori di arrivare alla fine del mese” spiegava Maurizio Perozzi, della Rsu aziendale.
Dopo l’assemblea in strada, ieri i rappresentanti sindacali hanno incontrato il prefetto Giorgio Manari: “Con l’apertura della procedura di mobilità – spiegava il segretario provinciale della Cgil Giulia Stella a seguito dell’incontro – l’azienda ha di fatto interrotto la trattativa con il Mise che sarebbe dovuta riprendere il 23 settembre. In quella sede l’azienda avrebbe dovuto presentare un nuovo piano industriale, cosa che di fatto avrebbe creato le condizioni necessarie affinché potessero essere concessi ulteriori ammortizzatori sociali ai lavoratori ancora in organico. Questo tavolo, però, è stato interrotto in modo unilaterale dall’azienda e ciò ha condannato i dipendenti al licenziamento”.