Cronaca

Ventimiglia, epilogo del caso Civitas: saltano le teste, ma non sono quelle del “mostro”

Ventimiglia, epilogo del caso Civitas: saltano le teste, ma non sono quelle del “mostro”

Ventimiglia. Torna alla ribalta il caso “Civitas”: per quello che era stato denominato “un mostro a tre teste” sono finite in manette cinque persone tra cui il dottor Fruschelli, incaricato dal commissario prefettizio Garufi (uno dei tre commissari giunti a Ventimiglia dopo lo scioglimento del comune per presunte infiltrazioni mafiose) di liquidare la partecipata comunale.

La notizia dell’arresto del liquidatore all’arresto per turbata libertà degli incanti, truffa, peculato e falso, oltre agli arresti di altri quattro soggetti artefici dell’articolato sistema di frode, e la segnalazione all’Autorità Giudiziaria di altre nove persone coinvolte a vario titolo nelle indagini è circolata in fretta nella città di confine.

Scatenata l’opposizione consigliare. “Ho sempre sostenuto che il valore dell’immobile venduto era stato sottostimato”, ha dichiarato il consigliere Roberto Nazzari, “La stima di 1milione e 80mila euro non l’aveva fatta né l’amministrazione né la Civitas, ma l’avevano fatta le banche e le banche non sovrastimano i valori degli immobili, come ha cercato di replicare il sindaco dicendo, in consiglio comunale, che l’immobile era stato sopravvalutato”.
“Non ho potuto replicare perché il presidente del consiglio comunale, che è di parte, non fa replicare quando parla il sindaco”, ha aggiunto il consigliere di opposizione, “Nel terzultimo consiglio comunale, quando è stato riconosciuto che la Civitas non aveva tutti quei debiti, il presidente De Leo – quello che in campagna elettorale sosteneva di non esser mai stato sciolto per mafia – ha detto che chi aveva amministrato la Civitas aveva caricato sulle spalle di ogni ventimigliese 370 euro di debiti”.

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