Ventimiglia. Una chiesa di Sant’Antonio gremita ha accolto Bruna Sironi, cooperante, esperta di Sudan e Corno d’Africa, inviata a Nairobi per “Nigrizia”. Introdotta dal parroco don Rito Alvarez e accompagnata da Maurizio Marmo, responsabile della Caritas Intemelia, Bruna Sironi ha raccontato a lungo come si vive in Africa ed, in particolare, nei paesi che vengono abbandonati dalle migliaia di migranti che poi arrivano in Italia.
L’incontro con l’esperta non è stato fissato in un giorno a caso: il 3 ottobre, infatti, è la “Giornata della Memoria e dell’Accoglienza”, sia a livello nazionale che Europeo. E ad oggi sono 3500 i migranti che nel mar Mediterraneo hanno trovato una tomba. “E’ il confine più letale della Terra”, ha dichiarato Maurizio Marmo, introducendo la Sironi, che non si è addentrata sugli aspetti legati al viaggio dei migranti, ma ha raccontato nei dettagli cosa è accaduto e cosa sta accadendo in Africa, spiegando così i motivi che spingono centinaia di migliaia di persone a lasciare il proprio paese.
“Sono tutti perfettamente consapevoli di quello che potrà succedere loro durante il viaggio”, ha esordito la Sironi, “Ma preferiscono partire perché evidentemente stare a casa è più pericoloso”. Eritrea, Sudan, Somalia sono i paesi dai quali si scappa di più. “Ma ora la situazione sta cambiando per via di un’evoluzione politica negativa anche in altri paesi”, ha spiegato la cooperante, “Sono tutti paesi che violano i diritti umani dei loro cittadini. Non c’è libertà di culto, né di associazione e altro ancora: la gente scappa perché non si sente più a casa sua”.
In Eritrea, per esempio, con un decreto del presidente è stata riconosciuta la libertà di culto solo a quattro confessioni: musulmana, cristiana copta, cristiana cattolica e luterana. Tutte le altre religioni sono state bandite: “I pastori valdesi sono stati imprigionati”, ha raccontato la Sironi. Un altro problema è quello del servizio militare, obbligatorio per tutti, seminaristi e suore compresi.