Pontedassio. Fanno sapere dalla “Comunità di Villa Viani”: “Sabato 15 ottobre, mattina. Ore 8.30. La pioggia è appena cessata. Finalmente la stagione buona per una terra riarsa. Una terra ligure che spesso precipita, instabile. Non fa freddo, ma le brume risalgono dal fondovalle dell’Agazza, nel bacino della valle Impero. L’atmosfera è irreale. Gli olivi assumono forme singolari, magiche, per la gente di qui. Un gruppo di persone si raduna nella piazza principale. Sguardi, poche parole. L’ape, la carriola, picconi, pale, soffiatore e decespugliatore. C’è la modernità, ma qualcuno ha portato attrezzi fedeli, come la zappa ben affilata, utile in mille occasioni e ormai parte della famiglia.
E mentre in Provincia i più dormono ancora sonni al tepore della copertina, felici di essere scampati all’ennesima allerta multicolore, questo gruppo di uomini, di padri di famiglia, di nonni, si avvia. Ancora una volta c’è una cosa da fare. La Comunità di Villa Viani torna sulla sua strada, il cordone ombelicale che la lega al mondo. La strada provinciale 32. L’allarme è concreto: le cunette sono ostruite, tappate, bloccate. Ancora altra pioggia ? E allora l’acqua ruscellerebbe, creando danni sempre più gravi alla strada. Una carrozzabile vitale, una realtà di entroterra, certo, ma con un’economia sana e viva. Un presidio, perché è da posti come questi che parte la tranquillità delle migliaia di abitanti sulla costa. La via è già dissestata.
Arriverà, forse, un sostegno concreto per la ricostruzione. Intanto non c’è manutenzione. Gli abitanti del vicino centro di Villa Guardia in primavera hanno falciato i bordi strada. Non solo per decenza, si chiama sicurezza. Poi la pulizia dei tombini. Adesso più di 20 persone di Villa Viani, rifocillati dai compatrioti, si sono ordinatamente schierati sull’asfalto. Più di tre ore di lavoro, con ogni mezzo. Masse critiche di foglie e terra eliminate. Il lavoro procede a squadre, con alcuni ardimentosi che controllano e regimentano i rivi che scaricano sulla strada. A mezzogiorno c’è una nuova cunetta pulita in provincia. Salutiamo quindi l’impresa, che però non ha nulla di eroico. Questa via fu voluta da gente come l’ingegnere Giacomo Agnesi, per collegare i centri dell’entroterra alla costa ed alla strada ferrata. Ed era gente che aveva senso dello stato. Volutamente minuscolo, qui, perché si deve ricordare che non molti anni orsono c’erano i fondi affinché gli agricoltori del posto, veri conoscitori del territorio, provvedessero alla manutenzione delle strade dell’entroterra. Manutenzione che ormai viene meno da anni. Signori, quello che ancora una volta è accaduto oggi non è un atto dovuto. È un atto di ribellione, di una delle tante Comunità che ormai si sentono sempre più lontane da chi dovrebbe provvedere al necessario. Non agli straordinari. È civiltà, è turismo, è sicurezza. Almeno, ricordiamo che in Liguria occidentale si tiene duro, ci si muove in tanti come un sola persona, ma la parola della gente di Villa Viani, è una e una sola. Non è un atto dovuto”.