Riapre a Bormida la stagione di pesca facilitata e ricreativa nel lago della Romana, che gli animalisti hanno ribattezzato “lago triste”. “Nei mesi scorsi nel laghetto sono morti migliaia di pesci, precedentemente liberati per la gioia di chi si diverte ad uccidere animali, per un inquinamento dalle origini non perfettamente definite; per mesi sono stati fatti costosi lavori di asportazione del fondo in fogliame, prelievi ed analisi, con una celerità degna di miglior causa, il tutto per rendere la pozza nuovamente pescabile e con inconsueta solerzia sono poi stati acquistati e immessi quintali di pesci a disposizione dei pescatori, incredibilmente definiti “amanti della natura” dal sindaco” afferma l’Enpa savonese.
La Protezione Animali savonese esprime la sua tristezza per questo tentativo di “valorizzazione” al peggio della Valle Bormida, “invece di puntare su un turismo davvero sostenibile ed amico della natura come l’escursionismo, le passeggiate in sentieri tracciati, le corse campestri, i percorsi storici della civiltà contadina, o la bicicletta campestre tanto invisa ad una strana associazione ambientalista locale, amica invece della caccia”.
“I volontari dell’Enpa sono stufi dei comuni che hanno tra i loro compiti quello di proteggere gli animali ed invece spendono tempo e risorse a creare strutture in cui l’unico divertimento è quello di pescarli e lasciarli morire asfissiati; comuni che da 20 anni hanno l’obbligo giuridico di prendersi cura, ad esempio, delle colonie feline libere e, come accade a Bormida, nessuna campagna di sterilizzazione è mai stata intrapresa e se c’è un gatto ferito o malato ci debbono pensare, come già accaduto, i privati o l’Enpa perché il comune, in buona compagnia con i vicini Mallare ed Osiglia, non ha ancora attivato alcun servizio” conclude l’associazione animalista.