Genova. “Miscellaneus” diceva la bolla di carico, e così ripeteva un cartello appiccicato su una serie di fusti (18 da 200 litri ciascuno, per un totale di 3.600), ben nascosti all’interno di un semirimorchio in procinto di imbarcarsi su un traghetto. In realtà si trattava di una sostanza molto tossica, inquinante e infiammabile, utilizzata per produrre fertilizzanti in agricoltura. E come se non bastasse, nello stesso semirimorchio, di una nota ditta di trasporti maltese, erano occultate sotto bancali di altra merce, 8 bombole di gas compresso refrigerante, altamente infiammabile e, trattandosi di recipienti sottopressione, a rischio esplosione.
È quanto scoperto sabato sulla banchina di Ponte Assereto, durante un controllo condotto dagli uomini della Capitaneria di porto di Genova, insospettiti da un’anomala presenza di un certo numero di semirimorchi della nota ditta di trasporti maltese che, in genere, imbarcano per il Porto di La Valletta utilizzando le apposite linee di navigazione merci che scalano i moli di Sampierdarena e non i traghetti passeggeri.
Dopo aver controllato le bolle di carico dei vari semirimorchi, i militari hanno così deciso di concentrare i controlli su quello i cui documenti dichiaravano di contenere semplicemente “collettame”, ossia quelle merci varie genericamente indicate come “miscellaneus”, perfettamente in regola e legittimamente imbarcabili su un traghetto passeggeri, solo se tra di esse non vi sono merci qualificabili come “merci pericolose”.