Savona. L’aumento delle entrate, la riduzione delle spese, il divieto di sottoscrivere nuovi mutui, il pensionamento obbligatorio del personale che ha raggiunto i limiti di età, il ridimensionamento dei fondi per il personale, la riduzione dei costi della politica, l’eliminazione dei contributi ad associazioni. Sono questi alcuni dei paletti contenuti nel piano decennale di riequilibrio finanziario, il piano “lacrime e sangue” approvato oggi all’unanimità dalla giunta comunale di Savona guidata dal sindaco Ilaria Caprioglio su proposta dall’assessore al bilancio Silvano Montaldo. Il documento sarà ora sottoposto all’attenzione del consiglio comunale.
“Come noto, il 9 agosto 2016 il consiglio comunale savonese ha dichiarato lo stato pre-dissesto finanziario e ha aperto la procedura di riequilibrio decennale, quello che è stato definito già dall’inizio un piano ‘lacrime e sangue’ – afferma l’assessore Montaldo – Per poter approntare il piano decennale di riequilibrio si è reso necessario riaccertare i residui attivi e passivi e, da questo esame, è emersa la necessità di eliminare residui attivi per crediti divenuti oramai di dubbia esigibilità, pari a circa 5 milioni, prendere atto delle sentenze della Corte dei Conti in materia di derivati, che complessivamente chiede al Comune di Savona di accantonare 4.3 milioni, il tutto in aggiunta allo squilibrio stimato dell’anno 2016 di euro 4 milioni”.
Il consiglio comunale si appronta dunque a verificare (e, se lo riterrà, approvare) un piano di riequilibrio per un totale di 13 milioni. “In primis, si è reso indispensabile predisporre con largo anticipo una bozza di bilancio di previsione degli anni 2017/2019 e una stima delle annualità 2020/2025 per verificare le effettive esigenze finanziarie, gli aumenti di entrate richiesti e i tagli alle spese che garantiscano un avanzo di amministrazione utile e necessario a risanare una quota parte del riequilibrio complessivo di euro 13 milioni – spiega ancora Montaldo – Non si nega una certa irritazione nel dover iscrivere nel piano finanziario, seppur in maniera precauzionale, un accantonamento per la possibile sanzione per lo sforamento del patto di stabilità dell’anno 2016 per un ammontare di 1.5 milioni: ci auguriamo che il Governo possa comprendere quanto è ingiusto applicare una punizione a un ente che sta cercando di risanarsi autonomamente, senza ricorrere ad aiuti di Stato e per questo venga pesantemente penalizzato; togliamo a chi è già in difficoltà e cerca di salvarsi”.