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Toni Negri a Genova, Vaccarezza (FI): “Le brigate che non se ne sono mai andate”

Toni Negri a Genova, Vaccarezza (FI): “Le brigate che non se ne sono mai andate”

Genova sentiva giusto la mancanza di Toni Negri. Lui, il ‘professore’, il politico che le enciclopedie online hanno definito addirittura pensatore, ha deciso di autocelebrarsi proprio a Genova. Per i più giovani, per chi non lo conosce, per chi pensa sia solo uno scrittore e anche per chi ha la memoria corta, ricordo che ha qualche piccolo trascorso giudiziario. Negli anni di piombo, a ridosso di quel Sessantotto di cui riferirà in questi 2 giorni, è stato processato per i reati di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, formazione e partecipazione a banda armata, promozione di associazione sovversiva, violazione delle norme sulle armi, tentativo di procurata evasione, sequestro di persona, lesioni personali, violenza privata a pubblici ufficiali, devastazione e saccheggio, furto”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Vaccarezza.

“Nel 1984 al processo di primo grado venne condannato in contumacia a 30 anni di carcere. Nel 1986 gli vennero attribuite pene supplementari per responsabilità morale in atti di violenza fra attivisti e Polizia negli anni Sessanta e Settanta. Negri fu riconosciuto colpevole, in particolare, di concorso morale nella fallita rapina di una banca ad Argelato, episodio in cui fu assassinato il Carabiniere Andrea Lombardini. L’appello decise per Negri una condanna a 12 anni di reclusione, più le pene supplementari, per i soli reati di associazione sovversiva e concorso “morale” alla rapina di Argelato. La Cassazione confermò questa sentenza. Chiedo scusa: mi riesce proprio difficile pensare che questa persona possa dare un contributo etico e di valori ai nostri ragazzi. Tant’è che per la presentazione del suo libro ‘Storia di un comunista’ ha scelto un centro sociale a Sampierdarena. Un centro sociale”, prosegue Vaccarezza.

“Ora, per carità, tutto può essere, ma i centri sociali credo siano aggregativi quanto un deserto a mezzogiorno, quanto una piscina vuota, quanto un distributore che ha finito la benzina. E se aggregano, lo fanno avvicinando persone il cui massimo ideale è spaccare vetrine, rubare e danneggiare targhe per il puro gusto di farlo.
Sono quelli che la scorsa settimana sono riusciti a scatenare una rissa fra di loro mentre all’interno di una sede di un partito si svolgeva un convegno di Forza Nuova nella massima tranquillità. Ecco la loro “forza”. Il secondo “evento” è un incontro organizzato per parlare del Sessantotto nei locali della facoltà di architettura. Due pesi e due misure. Pochi giorni fa, una mobilitazione quasi nazionale per impedire un convegno delle “ultradestre”: allarmismi e sirene spiegate e gli unici che si sono distinti come al solito sono stati i comunisti più ignoranti che hanno usato l’occasione per menarsi reciprocamente. Oggi si presenta a Genova con il suo libro, le sue teorie, i suoi racconti di anni duri e difficili per la nostra storia, vissuti da lui e da molti altri come lui, dalla parte sbagliata, celebrando l’illegalità, il non rispetto delle leggi, la violenza come unico metodo di diffusione delle proprie idee”, dichiara ancora nella nota.

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