Varazze. “Seguendo le istruzioni di una pessima leggina regionale, l’ennesima nel settore della caccia, varata con l’approvazione di quasi tutti i partiti, gli agenti venatori regionali hanno ucciso alcuni giovani cinghiali precedentemente catturati in gabbie-trappola a Cantalupo di Varazze, colpevoli di essersi avvicinati alle case”. Lo fa sapere l’Enpa savonese.
“La caccia e l’uccisione di cinghiali, daini e caprioli non porta alla riduzione delle specie perché i cacciatori non sono in grado di contenere il numero di animali per limitare i danni alle coltivazioni – spiegano gli animalisti – Ed infatti gruppi di scienziati europei dichiarano che se in un territorio vengono uccisi molti animali mediante la caccia, i sopravvissuti hanno un migliore apporto nutritivo, si rinforzano e si riproducono più presto e con maggior numero di discendenti. Attraverso la caccia le specie animali che sono già rare divengono ancora più rare e quelle che sono numerose diventano ancora più numerose”.
Nel caso di animali che si avvicinano alle città la Protezione Animali savonese propone, prima di sparargli, “nel rispetto dello studio preventivo di metodi ecologici previsti proprio dalla legge sulla caccia, di provare a riportarli in boschi di castagne e querce lontani da cascine e coltivazioni, possibilmente con inserimento di microchip per verificare se, come è logico ritenere, il trauma della cattura li abbia convinti a tenersi lontani dall’abitato. E’ quasi certo invece che uccidendoli si favorirà l’arrivo di altri soggetti lungo i percorsi liberi di concorrenti”.