LA SPEZIA – Una volta c’era la politica con la “P” maiuscola, quella degli ideali per i quali i cittadini andavano a votare e quindi chi vinceva formava la giunta e solo dopo venivano nominati gli assessori. Oggi invece è cambiato tutto e, alla Spezia ancor più in fretta che da altre parti, si cerca di bruciare le tappe. Infatti domenica prossima, 25 giugno, ci sarà il ballottaggio tra Paolo Manfredini, candidato a sindaco del Centrosinistra e Pierluigi Peracchini del Centrodestra. Nel frattempo oggi pomeriggio Manfredini ha convocato una conferenza stampa per presentare alla città la sua squadra di “governo”: cinque dei nove assessori sono tutti liberi professionisti. Gli altri quattro potrebbero (usiamo il condizionale) essere persone vicino alla politica, ma la matassa non è stata ancora sciolta.
“Sono un preside, non vivo di politica – ha detto Manfredini – ho il mio lavoro che è la mia grande gioia. I miei studenti sono la proiezione sul futuro e mi hanno insegnato di più di quello che io ho dato loro. È per questo che vivo questa fase con la serenità di chi deve dare il buon esempio. E lo darò fino in fondo: niente accordicchi, niente inciuci, nessuna spartizione che a destra invece è già in corso. La città è cambiata ma abbiamo avuto anche dei grandi limiti: una scarsa attenzione al dialogo con i cittadini, un atteggiamento di chiusura e sulla pulizia della città difficoltà anche per colpa della vecchia e lunga crisi di Acam e per mancati controlli. Ho promesso una svolta che ci sarà. Se la macchina comunale non funziona come deve in ogni ambito la correggeremo senza indugio, se nella raccolta differenziata Acam non cambia registro non avremo mezze misure. Sono un uomo mite ma determinato – prosegue il candidato del centrosinistra – Ciò che però oggi è in gioco è molto di più. È la nostra storia, i nostri valori democratici e di antifascismo. Quel monumento ai giardini significa chi siamo e dove vogliamo andare. Per questo penso abbiano peccato di coraggio i capi degli schieramenti che al primo turno erano candidati in alternativa a me, seppur dentro il perimetro del centrosinistra. Ma il popolo della sinistra che in questa città è maggioritario può avere più coraggio di loro, più responsabilità. Può dimostrare che per quanto imperfetta sia la sinistra, la svolta a destra sarebbe una condanna per la nostra città. Peracchini è un finto moderato, accetta le posizioni più becere sui diritti civili, sulla privatizzazione della sanità, su cementificazione e ambiente. Accetta che nel suo schieramento ci sia una forza politica, Fratelli d’Italia che mantiene nel simbolo la fiamma tricolore. Peracchini oggi di fronte alla posizione espressa dalla Chiesa su Salvini dovrebbe battere un colpo ma non può perché non è libero. Ecco questo è il punto. Essere liberi. Io lo sono. I mancati apparentamenti mi rendono più libero di fare cose nuove e di correggere gli errori del passato. Mi rendono libero di rivolgermi direttamente alla gente, al popolo degli spezzini, a quelli che vedrebbero la loro storia sindacale e democratica umiliata. Io non ho poltrone da spartire – conclude Manfredini – né favori da rendere a nessuno. Mi assumo la completa responsabilità delle mie decisioni, libere e autonome. Per questo motivo annuncio già ora che la mia squadra sarà profondamente rinnovata. Ma faccio ancor di più, annuncio oggi cinque nomi, ovvero la maggioranza della mia futura giunta. Personalità e professionalità di indubbio valore, esterne ai partiti, figure assolutamente libere che hanno accettato di supportarmi nel cambio di passo che voglio imprimere all’amministrazione della nostra città”.
I nomi