Ceriana. “Un’autentica rivoluzione che vedrà nuove e più attuali sonorità ma sempre, ovviamente, nel rispetto della storia a della cultura locale”. Così Mauro Crespi racconta lo stravolgimento in corso nel cuore del coro cerianasco Lajò di cui lui stesso è fondatore. Dopo infatti aver recentemente sostituito l’arpa celtica col pianoforte e adesso col sax che se n’è andato, Crespi è al lavoro per trovare un organico artistico ancora tutto da reinventare.
Diversi, nel tempo, gli avvicendamenti dei componenti ma, per ora, lo zoccolo duro è ancora formato dai cerianaschi Mauro Crespi (chitarra e voce), Luca Siccardi (pianoforte e voce), Andreina Veneziano (voce) e poi l’imperiese Daniele Ducci (basso e contrabbasso) e il sanremese Marzio Marossa (percussioni).
L’intento della realtà artistica rimane continuare a mantenere la memoria senza che il cambiamento snaturi il patrimonio culturale di uno stile, quello del basso di bordone, conosciuto ed apprezzato, come purtroppo spesso succede, più fuori zona che sul territorio cerianasco in cui è nato. La particolare coralità è tipica del bacino del mediterraneo, quindi Corsica e Sardegna. Molto diverso dal trallallero genovese. A Ceriana nacque ai primi del ‘900 per festeggiare la Madonna della Villa che è la festa cerianasca più importante. Catalogata com’è adesso, parliamo invece del dopoguerra. “Un effetto armonico di accompagnamento che, come lo facciamo noi, è ancora più di nicchia poiché davvero primitivo: è il modo di cantare più istintivo che ci sia”.