Genova. Si parte in ottobre con la prima stagione unitaria, 60 titoli con 17 spettacoli di produzione (nuovi e riprese). Poi a gennaio il Teatro Stabile e il Teatro dell’Archivolto daranno vita, se non subentreranno problemi improvvisi, ad un unico organismo che, a quel punto, gestirà ben quattro sale: la Corte, il Duse, il Modena e la Sala Mercato.
In una città caratterizzata dai molti, forse oggi troppi, palcoscenici, tutti più o meno in crisi, l’operazione Stabile-Archivolto, incoraggiata dal Ministero, “accompagnata” da Regione e Comune e sostenuta dalla Compagnia di San Paolo che verserà 600.000 euro in un triennio, vuole favorire una razionalizzazione del sistema. In questa prima fase i due Teatri, stando al cartellone presentato, mantengono evidenti i loro caratteri culturali. In un prossimo futuro bisognerà capire come si evolverà la programmazione.
La prima del nuovo cartellone al Teatro Duse l’11 ottobre con “Fine dell’Europa” un dittico che il drammaturgo argentino Rafael Spregelburd ha creato riflettendo sul concetto di fine: della famiglia, della civiltà, dell’Occidente e dei suoi valori. Prodotto dal Teatro Stabile di Genova insieme a la Comédie de Reims, il Teatro di
Liegi e la Comédie de Caen e interpretato da una compagnia multietnica. Lo spettacolo sarà accompagnato da un ciclo di sei lezioni affidate a intellettuali italiani (la domenica mattina alla Corte a partire da domenica 24 settembre).