Cronaca

Decapitò lo zio nel bosco, Borgarelli in aula: “Chiedo perdono, sono andato oltre i limiti della mia mente”

Decapitò lo zio nel bosco, Borgarelli in aula: “Chiedo perdono, sono andato oltre i limiti della mia mente”

Genova. “Sono andato oltre i limiti della mia mente, quella terra era la mia vita. Chiedo perdono per quello che ho fatto”. Claudio Borgarelli, l’ex infermiere 56 enne che un anno fa ha ucciso e decapitato lo zio Albano Crocco nei boschi di Craviasco a Lumarzo, stamattina nell’udienza preliminare davanti al gip Maria Teresa Rubini, ha letto una breve dichiarazione di fronte ai figli dello zio, tutt’ora sconvolti da quanto accaduto.

Il processo

Borgarelli, per il quale l’avvocato Antonio Rubino aveva chiesto il processo con rito abbreviato, ha anche ceduto, tramite una scrittura privata tutti i suoi beni (la casa nel bosco, il tfr, il quinto della pensione) ai famigliari: “Non un risarcimento del danno, ovvio – spiega l’avvocato – ma un gesto che al mio cliente è sembrato doveroso”.
Per lui questa mattina il sostituto procuratore Giovanni Arena, al termine di una requisitoria di due ore, ha chiesto l’ergastolo nonostante l’abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena: secondo il pm infatti l’omicidio è aggravato dalla premeditazione, dall’estrema crudeltà e dai futili motivi e all’omicidio si aggiunge il reato concorrente di “soppressione di cadavere” visto la testa dello zio, gettata in un cassonetto in Valbisagno, non è mai stata ritrovata.

» leggi tutto su www.genova24.it