Cronaca

Truffavano anziani in tutta Italia e anche a Taggia, in manette due fratelli napoletani pluripregiudicati

Truffavano anziani in tutta Italia e anche a Taggia, in manette due fratelli napoletani pluripregiudicati

Taggia. Hanno colpito anche nel Comune capoluogo della Valle Argentina i due fratelli napoletani arrestati dai carabinieri della Compagnia di Osimo (AN), responsabili di truffe in tutta l’Italia. I soggetti, definiti dagli inquirenti “dalla forte caratura delinquenziale”, camuffando la loro identità in qualità di “finti carabinieri e finti avvocati” individuavano povere vittime anziane, ponendo sistematicamente in atto una serie continua di odiosi reati, scoperti dopo il raggiro subito. I “fratelli della truffa” telefonavano e raccontavano alle loro vittime di brutte vicende accadute ai propri congiunti, paventando gravi conseguenze, riuscendo a condizionarli e ad indurli a consegnare denaro contante e monili in oro, quale corrispettivo per la riparazione di un danno immaginario, nelle mani di un terzo complice che si presentava presso l’abitazione del truffato. Tale modus operandi continuato, aggravato dalla crudeltà, reiterato nel tempo, ha consentito ai carabinieri del Nucleo Operativo osimano di procedere alla ricostruzione completa dei fatti/reati e delineare la gravissima accusa del delitto di Associazione per Delinquere finalizzata all’estorsione ed alla truffa continuata aggravata in concorso, autori di 20“colpi” commessi su tutto il territorio del centro nord Italia in solo 15 giorni.

Si tratta di due fratelli pluripregiudicati e noti truffatori napoletani, abitanti in popolari quartieri di Napoli, ovvero “Forcella e Ponticelli”, scoperti grazie ad alcune segnalazioni, giunte ai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Osimo nelle prime ore della mattinata del 28 marzo ,quando due anziane nonne ricevevano la telefonata da parte del finto “Maresciallo dei Carabinieri”: “Pronto?… Buongiorno signora, sono il Maresciallo dei Carabinieri di Ancona… non si allarmi, la chiamo perché suo nipote è rimasto coinvolto in un incidente stradale… sta bene, ma l’abbiamo trattenuto in caserma… ci sarebbe una somma da pagare per risarcire il danno e farlo tornare a casa senza problemi giudiziari”.Così gettavano nel panico le loro vittime per convincerle, con l’inganno, a sborsare e dunque ad estorcere cifre che potevano arrivare anche a 6mila euro“.

I due delinquenti professionisti e specializzati nel raggiro, riuscivano così a creare forte preoccupazione e angoscia nelle persone anziane e vittime della ben orchestrata truffa, le quali rimaste condizionate, imbarazzate e coinvolte dall’affetto per i propricongiunti cadevano nella rete degli impostori.Cosicché la truffa aggravata con la conseguente estorsione si realizzava approfittando della vulnerabilità delle persone anziane, nonché dalla falsa prospettiva ideata e consistitanella fiducia ripostanella divisa sbandierata dall’autore della telefonata e dall’abilità dei truffatori, che inventavano di sana pianta ruoli e circostanze e, come quei cartomanti delle tv locali, riuscivano a farsi dire nel corso della telefonata il nome del nipote («Sì, proprio lui…») e indirizzo della truffata, dove recarsi per ritirare denaro contante e monili in oro per compensare la somma pattuita per telefono. Difatti, per chiudere il cerchio, si aggiunge, infine, la prontezza dei complici e soprattutto del telefonista nel mantenere occupata la linea di casa,mantenendo in tensione la vittima e agevolando in tempi strettissimil’arrivo a casa dell’anziana vittima, da cui si facevano consegnare contanti e gioielli allontanandosi rapidamente e solo successivamente, nel ritornare nei loro quartieri malfamati,provvedevano a reinvestire i proventi illeciti in acquisti vari e utili all’organizzazione oppure li investivano in bonifici postali e/o bancari o li scambiavano nei famosi negozi «Compro Oro».
Tale sistema che gli aveva assicurato l’impunità veniva di volta in volta ripetuto in varie località italiane fino a raggiungere la tranquilla riviera del Conero per mettere a segno i loro misfatti e continuare a raccogliere illeciti profitti, ma tutto ciò veniva drasticamente interrotto dalla macchina investigativa dei Carabinieri della Compagnia di Osimo, presenti quotidianamente sul territorio della Val Musone e della Riviera di Sirolo e Numana, nel perseguimento di quell’obiettivo primario rappresentato dall’Ordine e Sicurezza pubblica e rispetto della legalità, contrastando ogni forma di reato.
L’attività dell’Arma osimana finalizzata alla prevenzione e repressione dell’odioso fenomeno delle truffe, iniziata nel decorso mese di fine marzo, allorquandoviene scoperta la trappola dei due truffatori seriali partenopei, ai danni di due anziane signore di Loreto (AN), una di Numana (AN) ed una di Sirolo (AN), senza però riuscire a portare a termine il loro piano grazie alle “super-nonne” di Loreto, che senza lasciarsi abbindolareeffettuavano immediatamente la chiamata al 112, con il proprio telefonino mentre intrattenevano i truffatori sulla linea telefonica di casa, mantenuta appositamente occupata dai malfattori, chiedendo aiuto ed il pronto intervento dei Carabinieri di Osimo che immediatamente metteva in campo un collaudato dispositivo che consentiva agli investigatori osimani di rintracciare e bloccare i due truffatori i quali si stavano allontanando dal luogo del delitto. All’esito dell’immediata perquisizione i due fratelli venivano trovati in possesso di svariati telefoni cellulari utilizzati per contattare le vittime, sottoposti a sequestro insieme ad un navigatore satellitare ove erano indicati tutti i luoghi raggiunti per compiere la loro attività delittuosa. Questo controllo diviene per i carabinieri lo spartiacque di tutta l’attività di indagine.

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