Imperia. “La decisione del Tribunale di Imperia, che ha etichettato come “particolarmente tenue”, perché non pericoloso per la salute, un acclarato episodio di frode in commercio dell’olio extravergine d’oliva, ci amareggia e ci lascia interdetti. Si rischia di giustificare l’ingiustificabile e di uccidere la filiera olivicola italiana onesta”.
Con queste parole il presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori, Gennaro Sicolo, ha commentato la sentenza del Tribunale di Imperia, che ha giudicato “non punibile”, per la tenuità del fatto, l’azienda Pietro Isnardi srl, alla quale nel 2015 fu contestato il reato di frode in commercio.
Le irregolarità, accertate dagli inquirenti, consistevano in un contenuto di stigmastadieni (0.37 nell’analisi di prima istanza, 0.45 mg/Kg nella successiva revisione) superiore al limite massimo di 0.05 mg/kg previsto per legge per l’olio extravergine d’oliva. Secondo il Tribunale di Imperia l’alterazione non avrebbe comportato un pericolo per la salute dei consumatori ed il guadagno economico per l’azienda sarebbe stato comunque esiguo.