Nella professione di interior designer nella progettazione di uno spazio avere dei limiti è un vantaggio ed è stimolante. Riflettere, studiare soluzioni diverse su come trasformare un “difetto” in un pregio, rileggere un nodo progettuale ed enfatizzarlo valutando le varie possibilità.
Il punto di vista dell’interior designer dev’essere quello dell’esploratore che osserva e fruisce lo spazio cogliendone l’essenzialità, i limiti e le potenzialità.
Lo stile, le forme degli oggetti, degli arredi, i tessuti selezionati creano e determinano l’impronta di un ambiente dialogando tra loro in un linguaggio universale. Possiamo richiamare stili storici con il rigore e la formalità degli anni venti dove forma e funzione si univano concettualmente ed esteticamente, oppure seguire forme sinuose e curve flessuose che ci riportano al Liberty con le varie scuole europee. Lo stile nel tempo ha vissuto le varianti dettate dal pensiero legato a moda e stili di vita determinandone di volta in volta diverse letture in chiave di arredo.