Genova. Gli investigatori della Mobile di Genova, guidati da Marco Calì e coordinati nelle indagini dal sostituto procuratore Piercarlo Di Gennaro, sono convinti che la soluzione del giallo – e l’arresto di chi ha ucciso Antonio Olivieri – arriverà entro pochi giorni.
Chi, nella primissima mattina di giovedì, ha ucciso l’artigiano in uno scantinato di viale Roma, a Sestri Levante, non ha compiuto un “lavoro di fino”. Non del tutto almeno. Impronte digitali, rilevate ma da analizzare, telecamere di sorveglianza ignorate, tracce biologiche – dna – sulla fascetta utilizzata per strozzare Olivieri, dopo averlo tramortito con un oggetto contudente,
Per il resto, ci sono le piste. Quelle emerse sin dalle prime ore dopo la scoperta del cadavere portano a due “vizi”, due dipendenze, quella dall’azzardo e quella dagli stupefacenti. La moglie della vittima, la 35enne brasiliana Gesonita Barbosa, separata dall’uomo e fidanzata con un’altra persona ormai dalla scorsa estate, ha problemi di ludopatia. Problemi che l’avrebbero portata più volte a chiedere denaro, anche allo stesso Olivieri, e che l’avrebbero avvicinata alla piccola criminalità locale, in particolare ad un gruppo di albanesi. La donna aveva avuto anche problemi di dipendenza da droghe.