Un’iniziativa sul partigiano Pittaluga e un progetto per parlare di fascismo sul web: dopo la lasagnata i ‘Resistenti’ di Nervi non si fermano

Un’iniziativa sul partigiano Pittaluga e un progetto per parlare di fascismo sul web: dopo la lasagnata i ‘Resistenti’ di Nervi non si fermano

Genova. E’ nata meno di due mesi fa e conta già oltre settanta soci l’associazione culturale Resistenti di piazza Pittaluga a Nervi. L’obiettivo, dopo la spontanea manifestazione in piazza contro il convegno di Casapound in via Delle Palme, è promuovere i valori dell’antifascismo attraverso un’associazione culturale che fra l’altro “si riappropri della grande tradizione di resistenza di questo quartiere” dice fiera Irene Cerboncini del direttivo dall’associazione.

I ‘resistenti’, tutti volontari, non perdono tempo e dopo il successo della lasagnata antifascista del 6 gennaio hanno già in cantiere una nuova iniziativa. Il 19 gennaio al castello di Nervi (in passeggiata Anita Garibaldi 22) insieme all’associazione Logos ci sarà un seminario-dibattito sulla figura di Antonio Pittaluga, il partigiano nerviese ucciso dai tedeschi il 24 aprile del ’45. Proprio nella piazza a lui dedicata l’11 novembre si era svolto il presidio spontaneo contro il convegno di CasaPound.

Il 6 gennaio in quella piazza si è svolta la Lasagnata antifascista alla qualche hanno partecipato trecento persone tra famiglie anziani e bambini. Anche se qualche polemica non è mancata: “Il Civ ci ha fatto sapere che in seguito a non meglio precisate indicazioni dall’altro non era possibile la concomitanza tra il nostro evento e il mercatino di via delle Palme – spiega Cerboncini – in pratica ci è stato detto che era colpa nostra, ma noi ci siamo informati con Questura e vigili e tutti hanno negato di aver vietato il mercatino. Per questo abbiamo chiesto spiegazioni con una lettera formale al Municipio Levante. Il nostro obiettivo è quello di diffondere le nostre idee antifasciste ma di farlo sempre in modo pacifico e in armonia con il quartiere. Solo per fare un esempio il giorno della lasagnata abbiamo deciso di non dare nulla da bere in modo che i partecipanti si potessero approvvigionare dai bar della zona.

» leggi tutto su www.genova24.it