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Finale Ligure, i Verdi ricordano Willermin: “Castello in stato di abbandono e degrado”

Finale Ligure, i Verdi ricordano Willermin: “Castello in stato di abbandono e degrado”

Finale Ligure. Il 13 gennaio 1943 la “Commissione provinciale fascista” condannò a cinque anni di confino Renato Willermin, abitante in Finale Ligure nel suo piccolo “castello” dove svolgeva l’attività di avvocato. 5 anni era il massimo della pena che poteva comminare quella specie di tribunale. I “Verdi” savonesi vogliono ricordare la data perché quello fu il primo atto violento contro un onesto cittadino, di formazione cristiana, appartenente da molti anni al Partito Popolare (aveva contatti con Don Sturzo, De Gasperi, Carlo Rosselli e Benedetto Croce).

Willermin si era sempre opposto al “regime” rifiutandosi di iscriversi al PNF (per questo era già stato in precedenza licenziato dall’Azienda in cui lavorava).

“Con l’esecuzione della sentenza dovette abbandonare la sua famiglia e sospendere tutte le attività. Venne condotto prima a Giulianova (in terra di Abruzzo), poi, siccome in quel paese aveva preso contatti con i Popolari e gli antifascisti locali, venne ulteriormente trasferito in un piccolo nucleo montano raggiungibile solo a piedi dopo aver percorso diversi chilometri di sentiero scosceso” ricorda il portavoce provinciale del Verdi Gabriello Castellazzi.

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