Finale Ligure. “Il nuovo logo che dovrebbe rilanciare la nostra città non mi piace. Niente di più”. E’ sintetico ma estremamente chiaro e preciso il giudizio del candidato sindaco di Finale Ligure per il centro-destra, Massimo Gualberti, circa il nuovo logo ideato per una campagna di web marketing promossa dal Comune di Finale Ligure per implementare e potenziare il brand turistico della cittadina finalese. La campagna di comunicazione è stata affidata ad una società genovese, per un costo di circa 20 mila euro.
“Non si pretendeva fosse Ugo Nespolo a disegnarlo – nota Gualberti – ma neanche che l’unica scelta potesse ricadere solo sul colore: rosso o blu. Un simbolo, come una bandiera, dovrebbe avere un’anima, un significato, dovrebbe mostrare in uno sguardo ciò che vorrebbe rappresentare. Il simbolo sintetizza un’idea ed è questa che muove il cuore, che suscita la passione, che genera l’orgoglio di esibirlo”
“In effetti, in questo caso, non è il logo a non andare, ma un’idea distorta della nostra città, che si vorrebbe vendere come un pacco di biscotti, dimenticando secoli di arte e cultura, i colori, i profumi e i sapori di un ambiente impareggiabile. Noi non siamo un prodotto, siamo un’idea e se dobbiamo puntare su un simbolo, la deve rappresentare. Tuttavia, il difetto principale di questa strategia comunicativa è la supponenza, la presunzione di chi ha superficialmente omesso di condividere un elemento così importante con il resto della città”.