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La pasta e fagioli della Madonna

La pasta e fagioli della Madonna

Tra i cherubini che svolazzano, i cori angelici che gorgheggiano, e i Beati e i Martiri che giocano a boccette e non litigano mai, il Paradiso può essere un posto davvero snervante. Tutti che si amano, tutti che si rispettano e si stimano. Mai un litigio, mai una scaramuccia per movimentare le giornate, mai un bella sciarriatina tra fidanzati gelosi a mettere un po’ di pepe nei pomeriggi assolati e interminabili.

Maria pensò che avrebbe potuto rendere un po’ interessante la giornata con quel giochino divertente delle statue che piangono sangue, magari in Sud America, in uno di quei paesini tutti colorati e allegri, oppure avrebbe potuto rifare quello scherzo simpaticissimo della seconda gravidanza al povero Giuseppe, ma l’ultima volta si era arrabbiato tantissimo e aveva rischiato seriamente l’infarto, quindi si rimise pazientemente a trasformare bruchi in farfalle e a contemplare lo splendido panorama che si godeva dall’angolo più paradisiaco del Paradiso.

Ma si annoiava davvero assai.
E aveva fame.
La Vergine Maria aveva fame.
Ma non di quelle cosine impalpabili e inconsistenti delle quali ci si aspetterebbe che una Madonna che si rispetti si cibasse, non di miele e ambrosia, né di pane e latte, né di pimpinella e acetosella o zucchero filato e cannella.
No.
La Madonna aveva fame di pasta e fagioli.

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