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Imperia, celebrato il 205° annuale della fondazione dell’Arma dei carabinieri

Imperia, celebrato il 205° annuale della fondazione dell’Arma dei carabinieri

Imperia. E’ stato celebrato oggi, presso la caserma Somaschini, il 205° Annuale della fondazione dell’Arma. Un appuntamento che ogni anno richiama a Imperia le massime autorità della provincia, oltre che, ovviamente, i comandanti delle compagnie e delle stazioni dei carabinieri e i tanti militari dell’Arma che operano sul territorio.

E proprio sul ruolo fondamentale che i carabinieri hanno in provincia di Imperia, così come in tutta Italia, verte il discorso tenuto dal comandante provinciale, il tenente colonnello Andrea Mommo: «Le Regie Patenti del 13 luglio 1814,  istitutive dei Carabinieri Reali, statuirono, tra i vari compiti, quello di vegliare al mantenimento del buon ordine ed alla conservazione della pubblica e privata sicurezza, con l’obbligo di raccogliere informazioni e di vigilare sulle persone sospette – ha detto l’alto ufficiale – oggi il Regolamento Generale dell’Arma riprende il medesimo indirizzo che continua a caratterizzarci, sancendo l’importanza dell’iniziativa, del senso di responsabilità e dell’adempimento dei propri doveri con tutto lo slancio di cui si è capaci e nella medesima direzione punta il Regolamento dell’Ordinamento militare approvato nel 2010 ed aggiornato nel 2018, che rafforza tali concetti. Perciò anche il semplice Carabiniere dev’essere perfettamente convinto che egli risponde personalmente delle sue azioni, in e fuori servizio, dovendosi comportare in modo ineccepibile, nel rispetto della disciplina e dei valori».

Tra i valori che ogni carabinieri deve avere per potersi definire tale, ci sono quindi «abnegazione, equilibrio, fedeltà, onestà, responsabilità, rispetto, solidarietà, trasparenza e umiltà – ha aggiunto Mommo – che tutti noi dobbiamo esprimere e possedere, ancor più perché Carabinieri affinché si cementi con convinzione che il credo nelle menzionate qualità debba costituire il foraggio del quotidiano operare in favore di tutti coloro che invocano il nostro aiuto, senza distinzione alcuna, nel rispetto della formula del già menzionato giuramento prestato, dai contenuti profondi e sempre attuali, con il quale abbiamo espresso la nostra fedeltà per vocazione e non per imposizione a tutela della società che ci circonda, impegnandoci solennemente a operare per l’assolvimento dei compiti istituzionali con assoluta fedeltà, con disciplina e onore, con senso di responsabilità e consapevole partecipazione, senza risparmio di energie fisiche, morali ed intellettuali, affrontando – se necessario – anche il rischio di sacrificare la vita per il bene della patria, per il bene comune. Occorre adeguare le nostre azioni in ragione della velocità moltiplicatrice con cui ed in cui si evolve il mondo che ci osserva, nella convinzione silente che il nostro sacrificio possa costituire aiuto per gli altri, nel sistema di sicurezza partecipata e di legalità diffusa condiviso con le altre Forze di polizia e da queste, insieme tutelato».

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