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Onde Alfa e attività Beta

Onde Alfa e attività Beta

“Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si guastano. Non c’è paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio” L’affermazione di Stephen Hawking proietta una luce piuttosto sinistra sull’esistenza dell’uomo, le toglie la speranza nell’aldilà e descrive chi ancora ci crede come un bimbo fragile ed un po’ ingenuo, è però difficile dargli torto, almeno quanto rinunciare ad alzare gli occhi al cielo ricordando una persona che non c’è più ma che non vogliamo assolutamente perdere almeno dentro di noi. Non mi sembra il caso di affrontare, in questa sede, un tema che appartiene alla sfera più personale di ogni essere umano, mi piace, piuttosto, sottolineare il parallelismo tra computer e cervello contenuto nell’aforisma del grande scienziato.

In effetti il sistema binario, in base al quale è stato costruito il computer, ricorda molto da vicino il principio di non contraddizione che Aristotele ha ben riconosciuto a fondamento della nostra struttura logica. D’altra parte è inevitabile che il prodotto creato dall’uomo per imitare il pensiero non possa che replicare le strutture del pensiero stesso, mi sembra quasi una tautologia, ma il parallelismo si deve limitare a questo, molta strada va ancora percorsa prima di arrivare a produrre una intelligenza capace di autodeterminarsi con un atto di dliberata assunzione di responsabilità com’è quella umana. Prima o poi affronteremo nello specifico anche questo problema, per ora vorrei analizzare quello che la scienza moderna pensa di poter affermare con una certa sicurezza intorno al funzionamento di quell’organo elettrochimico ancora troppo sconosciuto che è il nostro cervello.

Possiamo affermare che il cervello umano lavori a diverse frequenze misurate in hertz, frequenze che mutano al mutare della condizione emotiva del soggetto, dell’attività che svolge, dello stato di veglia o di sonno ed i cui effetti differiscono anche al variare della zona del cervello nella quale si manifestano. Queste frequenze vengono distinte (con lievi differenze tra le diverse scuole di pensiero) convenzionalmente in riferimento a determinati valori e ad ognuna è stato attribuito un nome: onde Gamma (30 -42/100 hertz) che si manifestano in momenti di particolare tensione; onde Delta (1-3,9) tipiche del sonno profondo; onde Theta (4-7,9) caratteristiche del sonno REM; attività Beta (14-30), riguarda lo stato di veglia e una produzione mentale intensa e consapevole (non mi addentro in dettagli tecnici ma, in questo caso, non verificandosi il requisito della periodicità, non si parla di onde ma di attività) ed onde Alfa (8-13,9), sono quelle che ci consentono lo stato ipnagogico. È proprio questa ultima condizione quella che mi interessa analizzare: cominciamo con il definire il concetto di ipnagogico.

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