Circa 430.000 anni fa, nei pressi della sierra di Atapuerca, nella Spagna settentrionale, fu commessa un’aggressione letale: la prima di cui abbiamo memoria, ad oggi.
La vittima, un giovane adulto di Neanderthal, fu colpita due volte in testa, sopra l’occhio sinistro. I colpi inflitti furono sferrati dallo stesso corpo contundente, ma da diverse angolazioni, suggerendo due attacchi distinti. Dall’analisi della traiettoria e del contorno delle lesioni, compiuta nel 2015 con le più moderne tecniche forensi, si è evinto che ciascuno degli impatti fu, singolarmente, letale. Inoltre, l’assenza di qualsiasi abrasione riconducibile a denti, esclude che la vittima sia stata oggetto delle attenzioni di qualche carnivoro, sia prima che dopo il decesso. E c’è di più: il fatto che i colpi siano stati due, entrambi abbastanza violenti da sfondare un osso molto robusto, fa escludere che si sia trattato di un incidente; quindi, l’autore del gesto aveva assolutamente l’intenzione di uccidere.
È interessante sapere che la localizzazione di queste lesioni è coerente con lo schema generale delle aggressioni documentato per gli esseri umani “recenti”: la maggior parte degli individui colpiti frontalmente da un oggetto contundente presentano lesioni sul lato sinistro del cranio, fatto che riflette la dominanza della mano destra in un conflitto “faccia a faccia”. Quindi, gli uomini in questione erano destrimani.