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Regionali 2020, “Siamo antifascisti che guardano a sinistra”: la scommessa di “Sfidare i Cambiamenti”

Regionali 2020, “Siamo antifascisti che guardano a sinistra”: la scommessa di “Sfidare i Cambiamenti”

Provincia. “Siamo un gruppo di persone di diversa estrazione politica e diversa esperienza personale, unite dall’essere antifascisti e dall’aspirazione a una democrazia compiuta che coniughi diritti e giustizia sociale”. A comunicarlo, in una nota ufficiale, è la nuova realtà politica “Sfidare i Cambiamenti”, pronta a mettersi in gioco in vista delle prossime elezioni regionali.

Spiegano i promotori: “Pensiamo che per il centrosinistra, la sinistra e i loro rappresentanti, cui noi guardiamo, ci sia bisogno di un cambio di passo e di una nuova chiave di lettura della società e che le prossime elezioni regionali siano l’occasione per farlo. Crediamo inoltre sia fondamentale cambiare prospettiva e non darci l’obiettivo di “perdere bene”, bensì quello di vincere questa sfida. Le problematiche all’ordine del giorno hanno bisogno di una risposta politica che consideri e ricomprenda i diversi approcci. Il civismo, che ha contraddistinto gli ultimi anni e le ultime tornate elettorali, ha sì risposto a un’esigenza di rinnovamento, ma ha anche mostrato i suoi limiti: per loro stessa natura, i Movimenti e i vari Comitati spesso leggono la società da uno specifico angolo visuale, mentre è necessario oggi ragionare in termini più complessivi che, in un quadro di garanzie collettive, trovino soluzioni valide anche per tutelare interessi, pur legittimi, di carattere particolare e a volte apparentemente contrapposti. Questa è la funzione della Politica, intesa come governo della polis, questa è la richiesta fatta alle forze progressiste e che viene anche dal “popolo delle sardine”, il quale reclama giustamente prese di posizione politiche, espresse con modalità democratiche e non aggressive”.

“I temi da affrontare vanno dai grandi cambiamenti (demografico, climatico e transizione digitale), al rilancio del lavoro e alla tutela dei diritti (non solo quelli civili, ma anche quelli all’istruzione, alla salute, alla mobilità, alla cura e a una migliore qualità della vita) – continuano -. Gli effetti dei mutamenti climatici in atto dovranno con urgenza essere posti al centro di una nuova fase di valutazione e pianificazione delle politiche e degli interventi per una più efficace e razionale gestione dei territori, lasciando alle spalle l’errato approccio che fino a oggi ha privilegiato lo sfruttamento delle risorse. La comunità internazionale, economica e scientifica, prefigura il nuovo ruolo delle aree urbanizzate come catalizzatore privilegiato dei processi di sviluppo e che necessita una capacità di leggere la transizione in corso per affrontare le sfide per il miglioramento della sicurezza dei cittadini e del sistema stesso di città, individuando le giuste priorità di azione”.

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