Genova. La Regione Liguria a causa dell’emergenza Covid-19 ha dovuto bloccare i servizi riabilitativi e diurni con gravissimi disagi per gli utenti e le loro famiglie, ragazzi senza riabilitazione, malati psichici senza sostegno, anziani parzialmente autosufficienti soli, fasce deboli, e mettendo in difficoltà i lavoratori e le imprese del terzo settore, che in questo modo sono costretti a chiedere la cassa integrazione. Il problema è che, secondo il gruppo del Pd in Regione, anche chi ha svolto comunque alcuni servizi da remoto, attraverso gli strumenti on line, non ha visto il pagamento di queste attività.
“Per i servizi sanitari il 10 aprile Alisa ha scritto una lettera alle imprese dicendo di essere intenzionata a riconoscere dal 70 al 100% del budget, ma non è seguita una delibera quadro, che consentisse di inquadrare processi formali e criteri delle attività, che in realtà ogni centro ha svolto per mantenere la curatela degli utenti”, attaccano dal Pd.
Il decreto del 17 marzo individua gli strumenti che i centri riabilitativi, i centri semi residenziali e in generale i servizi socio-assistenziali e socio educativi possono adottare per proseguire le loro attività da remoto. Per i servizi accreditati col sistema sanitario tale modalità operativa viene resa esplicita e rinforzata dalla circolare del Ministero della Sanità del 23 aprile, che invita e obbliga a lavorare a distanza con i pazienti di questi servizi.