Economia

Regione, il Pd: “Da due mesi niente servizi riabilitativi e semi residenziali per disabili e fasce deboli in remoto”

Regione, il Pd: “Da due mesi niente servizi riabilitativi e semi residenziali per disabili e fasce deboli in remoto”

Regione. “La Regione Liguria a causa dell’emergenza Covid-19 ha bloccato i servizi riabilitativi e diurni con gravissimi disagi per gli utenti e le loro famiglie (ragazzi senza riabilitazione, malati psichici senza sostegno, anziani parzialmente autosufficienti soli, fasce deboli ecc.) e mettendo in difficoltà i lavoratori e le imprese del terzo settore, che in questo modo sono costretti a chiedere la cassa integrazione”. Lo denunciano i rappresentanti del Pd in consiglio regionale.

“L’articolo 48 del decreto del 17 marzo (e quindi di ben due mesi fa) individua gli strumenti che i centri riabilitativi, i centri semi residenziali e in generale i servizi socio-assistenziali e socio educativi possono adottare per proseguire le loro attività da remoto. Per i servizi accreditati col sistema sanitario tale modalità operativa viene resa esplicita e rinforzata dalla circolare del ministero della sanità del 23 aprile, che invita e obbliga a lavorare a distanza con i pazienti di questi servizi. L’articolo 48 consente a tutte le amministrazioni pubbliche di adottare per le imprese socio-sanitarie, assistenziali ed educative il sistema del ‘vuoto per pieno’ (e quindi pagando tutto o in larga parte quanto pattuito precedentemente a fronte di una riprogrammazione del servizio condiviso con i servizi pubblici e come è avvenuto in altre Regioni), mantenendo lo stesso budget o quasi, nonostante la modifica delle attività”.

“Per i servizi sanitari il 10 aprile Alisa ha scritto una lettera alle imprese dicendo di essere intenzionata a riconoscere dal 70 al 100% del budget, ma non è seguita una delibera quadro, che consentisse di inquadrare processi formali e criteri delle attività, che in realtà ogni centro ha svolto per mantenere la curatela degli utenti. Senza regole si è mantenuto il servizio e oggi non è nemmeno chiaro come e quanto rendicontare alle Asl, tanto che non sono state emesse le fatture di marzo e aprile. E quindi oggi i soldi sono zero. Senza quell’atto non vi sono certezze né per gli utenti che restano senza un supporto fondamentale, né per le imprese che non vengono pagate, pur avendo riprogrammato il servizio e tantomeno per i lavoratori, che in parte sono stati messi in cassa integrazione”.

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