Genova. Si è concluso con un nulla di fatto, ieri sera, e con una potenziale rottura tra amministrazioni locali e governo l’incontro in videoconferenza tra il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e i presidenti delle regioni prossime a elezioni (Toti, De Luca, Emiliano, Ceriscioli e Zaia) in cui si sarebbe dovuto trovare un accordo sulla data delle consultazioni. I governatori hanno chiesto di ipotizzare una finestra entro il 27 luglio o comunque di non andare oltre la prima settimana di settembre, anche per evitare che le elezioni si tengano dopo l’inizio delle scuole.
Sempre di ieri sera una lettera firmata a cinque mani dai governatori di Campania, Puglia, Marche, Veneto e Liguria, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sullo stesso tema:
“La proroga della data delle elezioni regionali, che “può essere giustificata solo da ragioni sanitarie ed emergenziali, sta assumendo i contorni di una decisione politica e, ci sia concesso, basata sulla convenienza di parte, che a nostro avviso non può giustificare la compressione dell’autonomia legislativa regionale e il diritto di voto degli elettori”.
Il testo della lettera:
“La difficile situazione, senza precedenti nella storia Repubblicana, determinata dalla diffusione del virus Covid-19 ha sicuramente richiesto, e richiede ancora provvedimenti di natura emergenziale, con la necessità di un adattamento continuo dei rapporti tra Stato e Regioni, nel quale ci siamo impegnati in prima persona in continue riunioni e contatti con il Governo. In questo contesto riteniamo che, nonostante i momenti difficili che abbiamo dovuto affrontare, non sia venuto meno il principio di leale collaborazione fino a quando non si è dovuto affrontare il tema del rinnovo delle legislature regionali in scadenza il 30 maggio prossimo. Si tratta di un argomento molto delicato perché coinvolge la durata di organi dotati di potere legislativo eletti a suffragio universale e diretto, dotati tra l’altro, ai sensi dell’articolo 122 della Costituzione, di potestà legislativa propria in ordine alla legislazione elettorale”.