Economia

Nell’estate del coronavirus l’economia savonese salvata dalle seconde case

Nell’estate del coronavirus l’economia savonese salvata dalle seconde case

Savona. Lo dicono i sindaci, lo ripetono gli albergatori e lo confermano gli agenti immobiliari: questa estate l’economia savonese sarà salvata dalle seconde case. Dall’estremo ponente della provincia, ovvero Andora con le sue oltre 10 mila seconde case, all’entroterra ingauno con le ville di Garlenda e Villanova, fino ai condomini di Borghetto, Loano, Finale fino a Varazze.

I pezzi pregiati, ovvero le ville con piscina e i grandi appartamenti fronte mare, sono praticamente impossibili da trovare e i pochi residui sono sul mercato a cifre “folli”, ci spiega un noto agente immobiliare alassino. “E’ vero – conferma il primo cittadino andorese Demichelis – da quanto mi risulta è una caccia agli appartamenti e alle ville. Il problema per un comune come il nostro sarà gestire l’afflusso di tutte queste persone quando decideranno di andare in spiaggia, ad esempio”.

Era già accaduto negli anni della crisi economica e degli attentati terroristici: per necessità o per paura i proprietari delle seconde case avevano deciso di occupare le proprietà che invece negli anni precedenti venivano lasciate libere sul mercato.

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