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Il futuro del turismo alassino passa per il suo glorioso passato: l’analisi di Pier Franco Quaglieni

Il futuro del turismo alassino passa per il suo glorioso passato: l’analisi di Pier Franco Quaglieni

Oggi è il primo sabato del primo fine settimana dei piemontesi in Liguria dopo mesi di divieto. È un traguardo  importante e l’inizio di una ripresa che appare molto difficile perché il turismo non è stato abbastanza considerato e protetto dal Governo.

Per ora sono in gioco gli arrivi di piemontesi e lombardi, ma sarà molto importante l’auspicato arrivo degli stranieri, a partire dai  francesi. Io ho in mente Alassio nello splendore del suo turismo. Ricordo di essere stato al Grand Hotel alla fine degli anni Cinquanta a trovare  mio zio che andava con l’amante in vacanza e che mi disse che doveva lavorare anche in vacanza e che doveva andarci con la segretaria.

Inizialmente capii che Alassio era un posto in cui si doveva lavorare anche in vacanza. Più tardi capii che Alassio era un posto  per amare le belle donne in libertà. E infatti quella segretaria esibiva già allora un ridottissimo bikini. Alassio era la città di Mario Berrino, del Muretto. Alassio si identificava con Miss Muretto e con quella che Mario Soldati definiva la frenesia dell’estate. Quasi tutte le donne in bikini e alla sera in pantaloni attillati e la pancia scoperta in tanti ritrovi come la Capannina  e soprattutto al Caffè Roma dove  si ritrovavano grandi divi come Wanda Osiris, Anita Ekberg, Vittorio de Sica. Le più prestigiose famiglie del bel mondo avevano una residenza estiva ad Alassio: Mondadori, Ferrero di Ventimiglia, Ruspoli, Ricordi, Moratti , Pininfarina sono solo alcuni dei numerosi grandi nomi.

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