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Legge “Taglia-Parchi”, Linea Condivisa: «Stop alla riduzione delle aree protette liguri»

Legge “Taglia-Parchi”, Linea Condivisa: «Stop alla riduzione delle aree protette liguri»

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Genova. «La Consulta ha dichiarato incostituzionali 5 articoli della legge “Taglia-Parchi”, provvedimento della giunta Toti che lo scorso anno aveva suscitato forti polemiche fra le associazioni ambientaliste e che era stato approvato dal centrodestra dopo un iter convulso (erano state necessarie ben 4 convocazioni del consiglio regionale), fra evidenti incongruenze e malcelati imbarazzi, come a suo tempo denunciato da Linea Condivisa. La sentenza della Corte Costituzionale colpisce al cuore il dispositivo di legge. In sintesi: respinto il taglio arbitrario di 540 ettari ricompresi nei parchi regionali, che era stato imposto agli enti locali senza averli neppure consultati – dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino -. I giudici, inoltre, hanno confermato la prevalenza del “piano del parco” su tutti gli altri strumenti di pianificazione territoriale, e hanno restituito alle “comunità del parco” il loro funzionamento originario, quest’ultimo oggetto di una pesante modifica regionale che ignorava totalmente gli statuti delle aree protette».

«All’epoca il centrodestra aveva ampiamente dimostrato di non capire che i parchi sono un volano, sia per l’occupazione sia per lo sviluppo del nostro territorio. Non è soltanto una questione di tutela delle aree protette. Nel progetto-parchi c’è molto di più: c’è la vita delle comunità dell’entroterra, la valorizzazione delle produzioni agroalimentari ecocompatibili, l’impulso per una dimensione turistica di qualità, alternativa alla costa. Possiamo fare a meno di tutto questo, soprattutto oggi? –commenta Pastorino -. Come abbiamo detto molte volte, il problema è che per Toti e la sua maggioranza i parchi sono soltanto un fastidio e l’ambiente deve essere sempre assecondato agli appetiti dei privati. Importante che la Corte Costituzionale sia intervenuta su questa pessima legge. Ora ci auguriamo che possa essere riconsiderata la posizione del Comune di Urbe, cui è stato impedito di entrare nel Parco del Beigua nonostante un consenso pressoché unanime».

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