Savona. “In merito alle notizie pubblicate nelle ultime ore dagli organi di stampa, che hanno riportato la posizione dell’Assessore ai Lavori Pubblici di Savona, Pietro Santi, sui lavori che Open Fiber sta eseguendo in città, la società intende chiarire quanto segue”. Lo comunica, in una nota, la società Open Fiber, bacchettata in mattinata dall’assessore savonese Pietro Santi a causa della “totale inadeguatezza nelle esecuzione delle opere” dopo la posa dei cavi della fibra ottica.
“Open Fiber sta investendo complessivamente a Savona quasi 9 milioni di euro, per collegare oltre 25mila unità immobiliari alla banda ultra larga attraverso una nuova infrastruttura, interamente in fibra ottica, di circa 110 km. Il 40% del progetto in corso a Savona prevede il riutilizzo di infrastrutture esistenti, aeree e interrate, al fine di limitare i disagi per la viabilità e per i cittadini – spiegano dalla società -. Dopo i lavori per l’installazione della rete, le imprese che lavorano per Open Fiber eseguono dei ripristini provvisori, ossia le operazioni temporanee di riqualificazione del manto stradale. Gli interventi provvisori, caratterizzati da malta cementizia o da uno strato di binder, causano nostro malgrado dei disagi in quanto soggetti all’azione degli agenti atmosferici e all’usura diretta del traffico, ma sono necessari per un completo e corretto assestamento del terreno. I casi segnalati negli articoli si riferiscono proprio a questa tipologia di lavorazioni”.
“L’azienda – proseguono – vuole però sottolineare che gli interventi di ripristino provvisorio sono coerenti con il disciplinare tecnico del Comune di Savona (che recepisce le modalità di ripristino indicate dal Decreto Scavi n.33/2016), e che i materiali utilizzati sono tutti certificati e a norma di legge, come sempre accade sui cantieri di Open Fiber. Di norma, dopo il necessario periodo di assestamento, le aree ripristinate provvisoriamente sono soggette ai ripristini definitivi per riqualificare a regola d’arte le superfici manomesse per i lavori di infrastrutturazione. Le attività di riasfaltatura sono però sconsigliate durante l’inverno a causa delle temperature troppo basse che deteriorano la qualità del nuovo tappetino d’asfalto. Inoltre, l’emergenza coronavirus, a causa della contrazione del personale impiegato sui cantieri e dell’indisponibilità dei materiali legata alla chiusura delle cave per il lockdown, ha rallentato le operazioni di ripristino definitivo”.