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Prigioniera del Covid con mamma e figli invalidi, 45 giorni (da incubo) in casa: “Così non ce la facciamo più”

Prigioniera del Covid con mamma e figli invalidi, 45 giorni (da incubo) in casa: “Così non ce la facciamo più”

Cairo Montenotte. Una famiglia in ostaggio del Covid-19 da 45 giorni. Succede a Cairo Montenotte, dove una donna di 34 anni si trova “reclusa” in casa con la madre invalida e tre figli piccoli anch’essi con problemi. Tutto è iniziato sabato 23 maggio, quando Elisa (nome di fantasia) al ritorno dal lavoro ha iniziato a sentirsi male accusando sintomi riconducibili al Coronavirus.

Così è partita la corsa in ospedale: al pronto soccorso del San Paolo di Savona è stata sottoposta a tutti gli accertamenti del caso (lastre al torace, ecografia ai polmoni) ma il responso è stato un laconico “E’ solo stanchezza“. La donna perciò è tornata a casa da sola.

“La mattina dopo, in casa mia sono arrivati gli operatori del Comune per consegnarmi i bidoni gialli (destinati a coloro che sono affetti da Covid-19) e dirmi che da quel giorno sarei dovuta rimanere in quarantena – racconta Elisa – Da quel momento abbiamo iniziato a convivere con una situazione di disagio che non si è ancora conclusa”. La 34enne, infatti, dal 28 maggio è stata sottoposta a una serie di tamponi che però hanno dato ognuno esito differente: “positivo”, “negativo”, “indeterminato” e così via. Tutti esiti che, di fatto, non sono “sufficienti” a far finire la quarantena: perché una persona positiva al Covid-19 sia considerata guarita, infatti, occorrono due tamponi con esito negativo consecutivo.

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