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Test sierologici sui donatori di sangue, Avis denuncia: nessuna ulteriore azione in caso di positività

Test sierologici sui donatori di sangue, Avis denuncia: nessuna ulteriore azione in caso di positività

Perché in Regione Liguria interessa sapere se e quanti donatori di sangue sono entrati in contatto con il virus, ma non interessa compiere quelle eventuali azioni complementari a tutela della collettività? Perché da 2 mesi si parla di banca di plasma iperimmune, ma la prima donazione è avvenuta solo pochi giorni fa visto che è dimostrato che gli anticorpi presenti nel plasma dei convalescenti perde, con il passare del tempo, la sua carica anticorpale, diminuendo quindi l’efficacia? Perché non vengono condivisi in maniera seria i progetti e la loro programmazione con obiettivi concreti e misurabili?

Queste le domande poste da Avis attraverso il suo presidente Alessandro Casale in relazione al progetto epidemiologico di sieroprevalenza della Regione Liguria: un’indagine “statistica” utile per mappare la presenza del virus (mediante la misurazione degli anticorpi IgG e IgM Anticovid19) su un campione di donatori e capire così come e quanto ha circolato il virus in Liguria in questi ultimi mesi.

Si sono resi disponibili al test il 99,99% dei donatori al quale è stata sottoposta l’informativa di adesione. “Un’adesione pressoché totale – dice Casale – e che, confrontata con i numeri di adesione al progetto del ministero della Salute (sotto il 50%), conferma ancora una volta la grande disponibilità del popolo dei donatori di sangue”.

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