Cronaca

L’arcobaleno sul nuovo ponte, il Genova San Giorgio torna a unire la città

L’arcobaleno sul nuovo ponte, il Genova San Giorgio torna a unire la città

Genova. “Non c’è niente da festeggiare”. Lo dicono in tanti e lo sottoscriviamo anche noi. Ma quella di oggi non è una festa. Quella di oggi è la conclusione di un viaggio iniziato con una tragedia e proseguito tra mille difficoltà – l’amianto, le battaglie politiche, le allerte meteo, gli incendi, il covid – eppure arrivato a destinazione. E quindi, senza festeggiare, prendiamone atto, con soddisfazione e sollievo e gratitudine per chi ha svolto come si doveva il proprio lavoro. E prendiamo atto del meraviglioso arcobaleno, anzi doppio arcobaleno, che ha salutato questo appuntamento tanto atteso.

Genova ha di nuovo il suo ponte. La cerniera di collegamento tra il ponente e il levante, tra la Liguria e il resto dell’Europa, posizionata proprio in cima al Mediterraneo è di nuovo a disposizione di chi la vorrà utilizzare. Un’inaugurazione sobria e se non lo era abbastanza resa ancora più sobria dal grigio di un temporale estivo. Tono su tono, o quasi, con il calcestruzzo e l’acciaio della nuova infrastruttura.

Il taglio del nastro, la presenza rassicurante del capo dello Stato, la commozione di chi ha dato il massimo – in questi due anni – le bandiere bianche e rosse simbolo di Genova. Le sirene delle navi del porto, a ribadire un legame indissolubile tra le infrastrutture di terra e quelle “blu”, le migliaia di genovesi affacciati alla finestra o al muretto di una piazza rialzata come quella di Coronata o di Belvedere, per esserci in una giornata che non può non essere definita storica.

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