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Il 67° Rallye Sanremo vola in alto nelle montagne delle Alpi Marittime

Il 67° Rallye Sanremo vola in alto nelle montagne delle Alpi Marittime

Superspeciale rallye sanremo

Sanremo. «Nonostante le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, l’edizione 2020 del Rallye Sanremo sarà un evento elettrizzante». Ne è assolutamente certo Sergio Maiga, che guida il comitato organizzatore della gara ligure, giunta alla 67esima edizione e che apre le iscrizioni mercoledì 12 agosto, come vuole la direttiva FIA, e della 35esima edizione del Sanremo Rally Storico, che si svolgerà lo stesso giorno, sabato 3 ottobre, e sulle stesse strade. «Per evitare assembramenti abbiamo scelto prove speciali nelle zone più alte delle Alpi Marittime, alle spalle di Sanremo, andando a ripescare tratti che negli anni hanno fatto la storia della gara» – afferma Maiga.

Passo Teglia (Km 9,17) – La prova si snoda fra i comuni di Rezzo e Molini di Triora. Il semaforo verde è posto a una quindicina di chilometri dall’abitato di Rezzo, nella Valle della Giara; la speciale inizia con un tratto di circa 800 metri in salita verso il Passo Teglia, posto a 1385 metri di altitudine, per poi tuffarsi per gli altri 8,3 km in discesa fino a raggiungere la periferia dell’abitato di Andagna, borgata nel comune di Molini di Triora nell’Alta Valle Argentina a circa 730 metri di altitudine. «La prova ha un andamento misto veloce, con qualche tornante in discesa che la rallentano leggermente pur mantenendo un ritmo elevato. Negli anni la strada è stata messa in sicurezza con i guardrail che evitano le uscite verso valle. È una classica del Sanremo e venne affrontata per l’ultima volta nel 2016, partendo in prossimità dell’abitato di Rezzo (era denominata Bosco di Rezzo e misurava 25 km) e in entrambi i passaggi il miglior tempo venne registrato da Paolo Andreucci-Anna Andreussi. Nel passato si partiva molto più vicino a Rezzo, poi evitammo il primo tratto in quanto il fondo era troppo irregolare e non garantiva sicurezza. La scelta di partire quest’anno così in alto è dovuta al fatto di rimanere più possibile lontano dai centri abitati – sottolinea Maiga che precisa – Una scelta sofferta, ma necessaria per evitare gli assembramenti».

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