Politica

Conferenza delle Regioni, l’indiscrezione: potrebbe essere Toti il prossimo presidente

Conferenza delle Regioni, l’indiscrezione: potrebbe essere Toti il prossimo presidente

Liguria. Non solo le trattative per la formazione della giunta (che per la verità vanno piuttosto a rilento), ma ora anche un’indiscrezione tanto forte quanto clamorosa. Da presidente della Regione a “presidente dei presidenti delle Regioni”. Proprio così perché Giovanni Toti, dopo la riconferma in Liguria, potrebbe essere anche il possibile successore dell’emiliano Stefano Bonaccini (di cui è già oggi vice) alla guida della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, organo di raccordo istituzionale che ha visto crescere la propria importanza durante l’emergenza coronavirus.

Il centrodestra rivendica da mesi quella posizione, a maggior ragione oggi che, dopo le ultime elezioni, amministra 15 regioni su 20. Il primo dei papabili in verità è Maurizio Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia, nome proposto dalla Lega dopo il rifiuto formale da parte di Luca Zaia prima della campagna elettorale. Ma il peso specifico del Carroccio adesso si è ridotto, in Liguria come altrove, e il potere contrattuale di Salvini ne esce di conseguenza indebolito, tenendo conto anche che le sue bandiere svettano solo su quattro regioni (Lombardia, Veneto, Friuli e Umbria), per quanto importanti. Tutti motivi per cui i presidenti, che devono eleggere il loro rappresentante a maggioranza assoluta, potrebbero ripiegare più volentieri su una figura come Toti che peraltro vanta già una discreta esperienza all’interno dello stesso organo.

La questione non è secondaria per due ragioni. La prima è che per il governatore ligure aumenterebbe il carico di lavoro in maniera non indifferente. Durante il lockdown sono state proprio le Regioni a porsi come principale contrappeso al governo, e da quella Conferenza, che periodicamente interloquisce col ministro Boccia, sono uscite le linee guida che regolano tuttora la riapertura delle attività. Per Toti la presidenza di quel tavolo significherebbe meno presenza in Liguria e la necessità di avere un vicepresidente “operativo”, una figura affidabile e non solo di rappresentanza politica, che a quel punto vedrebbe salire l’importanza della Lega all’interno della giunta (Rixi reclama per i suoi quell’incarico e probabilmente sarà accontentato). In pole c’è l’assessore uscente Andrea Benveduti. Toti inoltre potrebbe constatare ulteriori difficoltà a tenere per sé la delega alla sanità, con la possibilità mai esclusa che ad assumerla sia alla fine un “tecnico” o un profilo misto (il savonese Brunetto, ad esempio).

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