Politica

Pietra, Carrara: “Perché il consiglio comunale ancora a porte chiuse?”

Pietra, Carrara: “Perché il consiglio comunale ancora a porte chiuse?”

Pietra Ligure. “Perché il consiglio comunale del 30 settembre ancora a porte chiuse?”. Se lo chiede il consigliere del gruppo “Polo di centrodestra per Pietra-Lista civica dei pietresi” Mario Carrara in una lettera inviata al presidente del consiglio comunale.

“Con sconcerto ed incredulità abbiamo appreso dalla sua convocazione del consiglio comunale, prevista mercoledì prossimo 30 settembre 2020, che essa è stata ancora una volta, l’ennesima, prevista “a porte chiuse’. Ci chiediamo, sgomenti, ‘perché’? Ci chiediamo ‘perché’ ancora una volta, si vogliano escludere i cittadini di Pietra Ligure dall’esercizio del loro diritto di assistere e partecipare, con la loro presenza, alle sedute dell’organo che amministra e decide sulla vita della città ed, in primis, sui soldi che i cittadini stessi devono conferire al Comune col pagamento delle imposte e delle tasse. Abbiamo scritto ‘in primis’ perché proprio nel prossimo consiglio comunale del 30 Settembre, sono posti all’ordine del giorno importanti punti come le determinazioni delle nuove tariffe della Tari e dell’Imu ed i relativi regolamenti; Imu e Tari che, proprio su nostra iniziativa, hanno costituito, negli scorsi consigli, motivo di discussione e scontro tra noi che chiedevamo un abbassamento delle imposte ed il sindaco che lo rifiutava, asserendo che non c’erano soldi disponibili per farlo”.

“Ci chiediamo ‘perché’, quindi, si vogliano lasciare ‘fuori’ i cittadini dalla possibilità di constatare di persona ed in presenza, com’è loro diritto, come vengano assunti provvedimenti che li riguardano tutti, incidendo profondamente sulla vita economica di ogni famiglia. Di che cosa si ha paura? Non si venga a dire che i cittadini, se vogliono, possono assistere alle sedute del Consiglio, via streaming, con internet, perché questa è solo ‘un’opportunità in più’ per chi non avesse la possibilità di intervenire al Consiglio, non è certo la regola principale. E poi, i cittadini non possono in alcun modo essere obbligati a dotarsi di un computer ed a imparare ad usarlo; i cittadini anziani e quelli meno abbienti, per esempio, quelli che non siano avvezzi in tecnologia e che non siano nelle disponibilità economiche per dotarsi di attrezzature tecniche adeguate non possono e non devono essere esclusi automaticamente dal partecipare alla vita amministrativa della loro città”.

» leggi tutto su www.ivg.it