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Il cambio degli armadi

Il cambio degli armadi

Fiori, farfalle, tessuti colorati. E poi pizzo, trasparenze, veli sensuali, morbida seta e glitter.
Giacciono sul letto le spoglie di questa estate strana. E mentre le ripongo, svolazzano ricordi estivi al profumo di solare al cocco, agrumi e spezie, autan e amuchina.

Sul giubbino di pelle una macchia di spritz che non ho intenzione di togliere, testimone di una serata con jeans stretti e i tacchi alti, e i pensieri leggeri, e un po’ ubriachi. Nel taschino interno una mascherina sgualcita e stropicciata.
Marciano giù dal ripiano alto dell’armadio, i cappotti e i paltò, rigidi e austeri come cosacchi in parata, li frugo avida tra le tasche in cerca di qualche tesoro dimenticato, ma rinvengo solo fazzoletti soffiati e una caramella appicicaticcia e un po’ sciolta.

Profumo di pulito. Tra la lana dei maglioni profumo di vento. Profumo di grembiuli e di asciugamani candidi e immacolati.
“Metti una saponetta nelle scatole prima di riporre via i maglioni e avrai sempre un buon profumo di pulito addosso”. Saggezza di nonna. La saponetta un po’ sfarina sulle mie dita, chissà dove è finita quella scatola dove ne conservavo di ogni forma e colore.

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