Cronaca

Dpcm, il Natale triste e assurdo dell’entroterra ligure: “Le nostre famiglie divise da un ponte”

Dpcm, il Natale triste e assurdo dell’entroterra ligure: “Le nostre famiglie divise da un ponte”

Genova. Mignanego è un comune di 3.500 (e rotti) abitanti sulla strada che collega Genova alla valle Scrivia attraverso il passo dei Giovi. Gran parte dell’abitato si sviluppa lungo il torrente Riccò, che insieme al Verde forma il Polcevera nella zona di Pontedecimo. Tutto ciò che si trova al di là di questo corso d’acqua, come lascia immaginare il nome, fa parte del comune di Serra Riccò. Nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno quel fiumiciattolo diventerà un confine invalicabile per effetto dei divieti imposti dal governo con l’obiettivo di prevenire il contagio da coronavirus.

È solo uno dei tanti paradossi che in questi giorni stanno finendo sulle scrivanie dell’Anci Liguria, l’associazione dei Comuni, che rappresenta il primo punto d’appoggio per i sindaci dei piccoli centri. “Va bene così, prima viene la salute – mette le mani avanti il direttore Pierluigi Vinai – ma il problema è che in questi luoghi c’è una continuità che va al di là dei confini amministrativi. Parliamo di famiglie, ma anche di campi e animali. Del resto sono situazioni che si trovano in tutta Italia”.

“Premetto che è giusto imporre delle regole, la mancanza di buonsenso ci ha già portato al liberi tutti – le fa eco Maria Grazia Grondona, sindaca di Mignanego – però ci sono problemi pratici che forse sfuggono a chi non conosce i nostri territori. Molti abitanti dei Giovi hanno i genitori o i figli a Busalla e non potranno vedersi, anche se distano appena due chilometri. E poi c’è il paradosso dei borghi che si trovano al di là dei ponti. Lì è questione di metri, neanche di chilometri”.

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