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Ansia e depressione, gli effetti del lockdown e della didattica a distanza sulla salute degli adolescenti

Ansia e depressione, gli effetti del lockdown e della didattica a distanza sulla salute degli adolescenti

Liguria. E’ passato quasi un anno dall’inizio della pandemia mondiale, che ha avuto ripercussioni non solo sanitarie ma soprattutto economiche e quindi anche sociali. Infatti, a partire dalla primavera scorsa, col il primo lockdown, il susseguirsi di Dpcm ha obbligato le persone a trincerarsi tra le mura di casa e le attività economiche ad abbassare le serrande. La stessa sorte è capitata alla scuola, soprattutto la scuola superiore, che, dopo il tentativo di riaprire con l’inizio del nuovo anno scolastico, il 26 ottobre è ritornata in didattica a distanza. A subirne le conseguenze gli adolescenti, che durante questo ciclo scolastico si preparano ad essere gli adulti di domani.

Ma che cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Quale sarà il prezzo che pagheremo per questa situazione ad oggi ancora senza un orizzonte temporale definito? Come saranno questi adulti del futuro? Domande complicate “a cui oggi non possiamo rispondere, ma che dobbiamo iniziare a porci, con urgenza, per ridisegnare le priorità della società”.

Questa è la prima risposta di Francesca Camia, medico neuropsichiatra infantile, specializzata in psichiatria adolescenziale, e da anni operativa in diverse comunità dedicate, e che in questi mesi sta osservando da vicino l’evoluzione della situazione ‘intorno’ ai nostri ragazzi: “Non abbiamo delle risposte univoche perché il Covid è arrivato su un contesto, quello dell’adolescenza, già oggetto di un forte cambiamento dovuto alle mutazioni della socialità. Cambiamenti velocissimi, legati agli strumenti di comunicazione sempre più pervasivi e totalizzanti. Il lockdown, i confinamenti, le restrizioni e la chiusura delle scuole hanno ingigantito e accelerato certe dinamiche, a cui oggi noi adulti non sappiamo dare delle risposte, e non è detto che sapremo darle in futuro”.

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