Economia

La stretta su bar e ristoranti scatena la rabbia degli esercenti: “Divieti senza alcun senso, ormai siamo alla disperazione”

La stretta su bar e ristoranti scatena la rabbia degli esercenti: “Divieti senza alcun senso, ormai siamo alla disperazione”

Liguria. Il divieto di asporto per i bar dopo le 18, largamente preannunciato e infine scritto nel nuovo Dpcm, è suonato come una presa in giro. “Non servirà a evitare gli assembramenti perché di fatto chiude solo due tipologie di attività – dice Marina Porotto, esercente del centro storico e presidente ligure dei giovani della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) -. È una manovra che non ha senso. Non è possibile continuare a scaricare la questione sui pubblici esercizi”.

Quella che è stata definita come “stretta sulla movida” in effetti appare incomprensibile nei luoghi dove un tempo la movida c’era davvero, ormai sparita da marzo salvo una parentesi estiva decisamente soft. Il Governo ha voluto evitare che la scusa della “birretta da portare a casa” diventasse fonte di capannelli davanti ai locali, ma la formulazione della norma lascia ampi spazi di trasgressione. A doverla rispettare infatti saranno solo i bar non dotati di una cucina e le enoteche. 

Supermercati, minimarket, tavole calde e gastronomie potranno continuare a vendere alcolici e qualunque bevanda fino alle 22, anche se resta proibito il consumo nelle vicinanze.

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