Economia

Recovery Fund, Mai (Lega): “Nessuna chiarezza e Governo in ritardo”

Recovery Fund, Mai (Lega): “Nessuna chiarezza e Governo in ritardo”

Regione. “Per quanto riguarda il programma ‘Next generation EU’ occorre mettere al centro le regioni e quindi, nel nostro caso, è necessario inserire Regione Liguria tra i soggetti attuatori dei progetti che verranno finanziati con il Recovery Fund per lo sviluppo economico del territorio. È assurdo e sarebbe anche dannoso escludere le regioni dalla gestione territoriale dei finanziamenti, attivando, come vorrebbe il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, una task force apposita”. Lo ha dichiarato oggi il capogruppo Stefano Mai (Lega) intervenendo a margine del consiglio regionale monotematico sul Recovery Fund.

“In Liguria c’è assoluta necessità che le opere, già richieste con un dettagliato elenco inviato a Roma, vengano tutte finanziate per colmare il nostro gap infrastrutturale che ci ha portati all’isolamento rispetto ad altre regioni. Nel ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’, invece, non risultano finanziamenti puntuali per le opere proposte da Regione Liguria, a parte il finanziamento di 500 milioni per la diga foranea del Porto di Genova (peraltro nettamente insufficiente in quanto il costo stimato è di 1,3 miliardi). I tempi stringono e il Governo italiano è in ritardo, anche perché non fa altro che litigare sulle poltrone”.

“Non c’è neanche chiarezza su come l’esecutivo intenda comportarsi rispetto all’elenco delle priorità ricevuto da Regione Liguria, tra cui, ad esempio, oltre alla nuova diga foranea, figurano il Terzo Valico, il raddoppio ferroviario della Genova-Ventimiglia, il raddoppio dell’asse ferroviario Pontremolese, il Tunnel della Val Fontanabuona, le tante opere di difesa del suolo da noi segnalate. Inoltre, siccome una parte dei fondi risultano prestiti al 2056, dobbiamo sapere le esatte condizioni con cui riceveremo questi soldi. Infatti, non vorremmo trovarci riforme non popolari, magari su pensioni, salari, tasse e imposte o patrimoniali, specie in un momento così difficile per le imprese e le famiglie. Di certo, 2/3 dei fondi andranno restituiti alle condizioni che deciderà Bruxelles”.

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